Frodi o truffe e condizioni di utilizzo non conformi alle norme UE, è quanto lamentano i consumatori delle piattaforme online durante la consultazione di siti di social media: entro un mese Facebook, Twitter e Google+ dovranno presentare misure dettagliate per conformarsi alla normativa UE. E se la Commissione e le autorità dell’UE per la tutela dei consumatori non le riterranno soddisfacenti potranno ricorrere “in ultima istanza a misure coercitive”.
È quanto recita un comunicato della Commissione UE pubblicato venerdì scorso, 17 marzo. Il comunicato riferisce di un incontro del 16 marzo fra la Commissione e le autorità UE per la tutela dei consumatori con i maggiori operatori social per analizzare e discutere le proposte di adeguamento alla normativa UE su questi temi. A fronte della crescita dei reclami pervenuti alle autorità e le organizzazioni dei consumatori, lo scorso novembre le autorità dell’UE per la tutela dei consumatori, sotto la guida dell’autorità omologa francese e con il sostegno della Commissione europea, avevano inviato una lettera ai suddetti operatori social in particolare su questi due aspetti preoccupanti. Nell’incontro della scorsa settimana gli operatori hanno presentato le misure che dovranno essere dettagliate entro un mese.
Le condizioni di utilizzo delle piattaforme di social media devono essere rese conformi al diritto europeo riguardante i consumatori. La direttiva sulle clausole abusive ad esempio stabilisce che se una clausola standard determina un significativo squilibrio dei diritti e degli obblighi delle parti a danno del consumatore (articolo 3) essa deve essere considerata abusiva e, quindi, nulla. La direttiva dispone inoltre che le clausole siano redatte in modo chiaro e comprensibile (articolo 5) affinché il consumatore sia informato dei suoi diritti in modo altrettanto chiaro e comprensibile. All’atto pratico ciò significa, tra l’altro, recita il comunicato, che le reti di social media non possono privare il consumatore del diritto di rivolgersi a un tribunale dello Stato membro di residenza né chiedere al consumatore di rinunciare a diritti inderogabili, come il diritto di recedere da un acquisto online; i contenuti sponsorizzati non possono essere occultati, ma devono essere identificabili in quanto tali; le clausole di utilizzo non possono conferire all’operatore di social media un potere illimitato e discrezionale di rimozione dei contenuti; la risoluzione di un contratto da parte dell’operatore di social media deve essere disciplinata da regole chiare e non decise unilateralmente, senza motivo; il consumatore deve essere informato sui contenuti e i motivi delle modifiche e gli deve essere garantita la possibilità di recedere dal contratto in tempo utile (il dettaglio delle norme da far rispettare è elencato nella posizione comune delle Autorità dei Consumatori UE).
Fra le norme UE che la Commissione intende far rispettare nel comunicato si cita: “le clausole di utilizzo non possono limitare, né escludere completamente la responsabilità della rete di social media in relazione alla prestazione del servizio stesso”. Un tema, questo della responsabilità, intesa come accountability e controllo, molto delicato per le piattaforme social e in generale per gli OTT. Il tema delle responsabilità per i servizi e i contenuti trasportati è cruciale e oltre ad attenere alla tutela dei consumatori riguarda anche l’equità delle norme (e degli oneri) applicati agli operatori attivi sul mercato, come più volte sostenuto da CRTV in tutte le sedi istituzionali.
La Commissaria Jourová ha dichiarato:” Vista la crescente importanza delle reti sociali online è ora il momento di garantire che in questo settore ci si conformi alle solide norme UE, che sono state elaborate appositamente per tutelare i consumatori dalle pratiche sleali. Non è concepibile che i consumatori dell’UE possano solo ricorrere a un tribunale della California per risolvere una controversia, né possiamo accettare che gli utenti siano privati del diritto di recedere da un acquisto online. Gli operatori di social media devono inoltre cominciare ad occuparsi con maggior senso di responsabilità del problema delle truffe e delle frodi perpetrate sulle loro piattaforme.”