Via libera della Commissione all’acquisizione di Activision Blizzard da parte di Microsoft, avanzamenti su Media Freedom Act, regolamento sui mercati digitali, direttiva SMAV, Intelligenza Artificiale.
Media Freedom Act. I ministri europei si sono incontrati per una riunione del Consiglio Istruzione, gioventù, cultura e sport il 16 maggio, con lo European Media Freedom Act all’ordine del giorno (EMFA). Il Consiglio ha tenuto un dibattito orientativo sulla proposta di legge europea per la libertà dei media (EMFA) sulla base di una relazione sullo stato dei lavori e di una nota informativa preparata dalla presidenza svedese. I ministri hanno espresso le loro opinioni sulle parti della proposta che ritengono fondamentali per rafforzare il settore dei media e aiutare i giornalisti a esercitare le loro attività in modo indipendente, fra cui la salvaguardia dell’indipendenza del proposto comitato europeo per i servizi dei media, la considerazione del rapido cambiamento nel settore digitale e la garanzia della protezione delle fonti. Diversi Stati membri hanno affrontato i collegamenti tra la proposta EMFA e gli altri strumenti e atti legislativi dell’UE, tra cui il nuovo quadro normativo per i mercati e i servizi digitali e le disposizioni vigenti in materia di Stato di diritto. I ministri hanno inoltre discusso di questioni chiave che devono ancora essere risolte prima di poter raggiungere un accordo globale in seno al Consiglio. Nella relazione sullo stato dei lavori, la presidenza svedese riconosce che sono necessari ulteriori lavori dall’articolo 17 in poi, mentre ritiene che vi sia accordo sui primi articoli del regolamento. Ha proposto un nuovo testo di compromesso incentrato sul rafforzamento dell’articolo 17: una piattaforma online molto ampia, come da DSA, dovrebbe fornire ai media l’opportunità di contestare una decisione di sospensione o “limitare” i loro contenuti o account “entro X ore” prima che la decisione diventi effettiva, le posizioni variano da 24 a 48 ore. Un’altra proposta della presidenza riguarda l’uso del meccanismo di mediazione esistente previsto nel regolamento platform-to-business, quando una piattaforma rifiuta una dichiarazione dei media e non si trova “nessuna soluzione amichevole”. Fra gli altri aspetti di interesse nelle modifiche proposte, l’inclusione dell’audio nell’art. relativo alle interfacce utente (art. 19). Altre modifiche riguardano art. 21 sulle concentrazioni di mercato, e il 23 sula misurazione dell’audience.
Microsoft Activision. La Commissione UE il 15 maggio ha dato il via libera all’acquisizione di Activision Blizzard da parte di Microsoft soggetta ad alcune condizioni (si v. comunicato). La Commissione ha rilevato che Microsoft «non avrebbe alcun incentivo a rifiutare la distribuzione dei giochi di Activision a Sony» e che «anche se Microsoft decidesse di ritirare i giochi di Activision dalla PlayStation, ciò non danneggerebbe in modo significativo la concorrenza nel mercato delle console»; e ha definito dei rimedi per consentire l’acquisizione. Come giustamente osservato , il problema non è il mercato console, dominato dal concorrente Playstation, ma il cloud gaming in streaming su smartphone, Pc e console senza necessità di hardware dedicato e conforme di abbonamento all you can eat. In questo contesto Microsoft rappresenta già circa il 60-70% dei servizi globali di cloud gaming è proprietaria dei sistemi operativi dei Pc e dell’infrastruttura di cloud computing globale (Azure e Xbox Cloud Gaming). Per quanto riguarda i “remedies”, Microsoft dovrà offrire una licenza gratuita di dieci anni per i consumatori nello Spazio Economico Europeo. Essa consentirà loro di trasmettere in streaming, tramite qualsiasi servizio di streaming di giochi cloud di loro scelta, tutti i giochi per Pc e console Activision Blizzard attuali e futuri per i quali dispongono di una licenza. Inoltre, anche ai fornitori di cloud verrà offerta una licenza gratuita per lo streaming di questi giochi nei mercati dell’Ue. In sostanza, la Commissione europea ha richiesto a Microsoft di concedere automaticamente in licenza i popolari giochi Activision Blizzard ai servizi di cloud gaming concorrenti.

Secondo alcuni commentatori gli accordi firmati con Nvidia e prima ancora con Nintendo hanno contribuito a spingere verso l’approvazione. Tuttavia, l’aprile scorso la massima autorità garante della concorrenza del Regno Unito ha bloccato l’accordo e sebbene il Regno Unito non faccia parte edlla Spazio Economico Europeo ha sempre dichiarato di volerne applicare il regolamento (SCA). Si attende inoltre la pronuncia della Federal Trade Commission (Ftc) in agosto.
DMA. Il 12 maggio si è riunito per la prima volta il Gruppo ad Alto Livello (HLG) sul regolamento sui mercati digitali (DMA). Il gruppo riunisce 30 rappresentanti nominati dall’Organismo dei regolatori europei delle comunicazioni elettroniche (BEREC), dal Garante europeo della protezione dei dati (GEPD) e dal comitato europeo per la protezione dei dati (EDPB), dalla rete europea della concorrenza (ECN), dalla rete di cooperazione per la tutela dei consumatori (rete CPC) e dal Gruppo dei regolatori europei per i servizi di media audiovisivi (ERGA). Istituito nel marzo 2023, con mandato di due anni e che dovrà riunirsi almeno una volta all’anno, ha sostanzialmente funzione consultiva e di supporto alla Commissione nell’applicazione del Regolamento. Recita infatti il comunicato che può fornire alla Commissione consulenza e competenze per far sì che il regolamento sui mercati digitali e altri regolamenti settoriali applicabili ai gatekeeper siano attuati in modo coerente e complementare. Il gruppo può inoltre fornire competenze nelle indagini di mercato sui servizi e sulle pratiche emergenti, per contribuire a garantire che il regolamento sui mercati digitali sia adeguato alle esigenze future. Si ricorda che il regolamento è entrato in vigore il 1º novembre 2022 e si applica dal 2 maggio 2023.

Fra gli argomenti all’ordine del giorno, stato di attuazione del regolamento, sviluppi rilevanti nei settori di competenza dei membri del gruppo e risultati del ciclo di seminari sul regolamento organizzati dalla Commissione negli ultimi sei mesi su temi quali l’autoagevolazione, l’interoperabilità, e gli obblighi relativi ai dati
Intelligenza artificiale. L’11 maggio gli eurodeputati hanno approvato nuove regole di trasparenza e gestione del rischio per i sistemi di IA per garantire uno sviluppo umano-centrico ed etico dell’Intelligenza Artificiale (AI) in Europa. Nello specifico la commissione per il mercato interno (IMCO) e la commissione per le libertà civili (LIBE) hanno adottato un progetto di mandato negoziale sulle prime norme in assoluto per l’intelligenza artificiale (84 voti a favore, 7 contrari e 12 astensioni). Negli emendamenti alla proposta della Commissione, i deputati mirano a garantire che i sistemi di IA siano supervisionati dalle persone, sicuri, trasparenti, tracciabili, non discriminatori e rispettosi dell’ambiente. Vogliono anche avere una definizione uniforme per l’IA e progettata per essere neutrale dal punto di vista tecnologico, in modo che possa essere applicata ai sistemi di intelligenza artificiale di oggi e di domani.
SMAV. Il Parlamento europeo ha adottato il 9 maggio una relazione sull’attuazione della Direttiva sui servizi di media audiovisivi (AVMSD), che include critiche al tardivo recepimento da parte di alcuni Paesi dell’UE. La relazione, preparata dall’eurodeputata Petra Kammerevert, è stata approvata dalla commissione cultura e istruzione del Parlamento europeo (CULT) il mese scorso e ha ricevuto il via libera da 543 legislatori durante la sessione plenaria della legislatura a Strasburgo. La scadenza per il recepimento della direttiva era fissata a settembre 2020, anche se in alcuni Paesi i progressi sono in ritardo. Nel maggio 2022, la Commissione ha deferito cinque Stati membri – Cechia, Irlanda, Romania, Slovacchia e Spagna – alla Corte di giustizia dell’UE per il mancato recepimento nel diritto nazionale. La relazione, che esamina l’attuazione della direttiva fino a questo momento, sottolinea questo fallimento e critica la Commissione per essere stata poco incisiva nell’applicazione. La relazione esamina anche, tra l’altro, la definizione di opere audiovisive europee, gli obblighi delle piattaforme online, la protezione dei minori e l’impatto dell’intelligenza artificiale, tra gli altri argomenti.