Il Consiglio adotta il suo mandato negoziale sull’EMFA, l’incontro di Margrethe Vestager con Mark Zuckerberg, per discutere la bozza del codice di condotta europeo sull’intelligenza artificiale. La proposta di un budget extra per le crisi .
Consiglio, temi principali della posizione sull’MFA. Il 21 giugno gli ambasciatori degli Stati membri dell’UE hanno concordato la posizione del Consiglio sull’European Media Freedom Act (EMFA), nonostante una certa opposizione da parte di alcuni Stati membri che volevano ulteriori discussioni. Polonia e l’Ungheria si sono opposte al testo finale, che risulta pertanto di compromesso: Con esso il Consiglio dichiara la posizione che costituirà la base per i negoziati del cosiddetto Trilogo (Consiglio, Commissione, Europarlamento) che avvia le fasi finali del processo legislativo europeo.
Richiamiamo i principali punti. Il Consiglio chiarisce la responsabilità degli Stati membri di garantire la pluralità, l’indipendenza e il corretto funzionamento dei fornitori pubblici di media che operano all’interno dei loro confini; determina l’ambito dell’European Board for Media Services e ne rafforza l’indipendenza con modifiche minime, come ad esempio il fatto che l’organismo adotterà le proprie regole interne in “consultazione” piuttosto che in “accordo” con la Commissione. Stabilisce le disposizioni per rafforzare la protezione dei giornalisti e delle fonti giornalistiche e limita l’uso di misure coercitive come l’impiego di spyware al fine di ottenere tali informazioni: ma su richiesta della Francia, è stato incluso un nuovo paraqgrafo che indica che le norme stabilite dal regolamento in questo settore “non pregiudicano la responsabilità degli Stati membri per la salvaguardia della sicurezza nazionale”. Tale specifica indebolisce la protezione predisposta dalle norme e ha sollevato azioni congiunte di protesta di associazioni di stampa, giornalisti e gruppi della società civile (due link per tutti EFJ e EdRri, che si è fatta promotrice di una lettera aperta condivisa da oltre 60 associazioni). Garantisce che gli Stati membri possano adottare regole più rigorose o più dettagliate rispetto a quelle stabilite in alcune parti pertinenti dell’EMFA – fra cui l’art. 24 (Stanziamento di fondi pubblici per la pubblicità e gli acquisti statali art. 20 (Misure nazionali riguardanti i fornitori di servizi di media), art. 21 (Valutazione delle concentrazioni del mercato dei media) e art. 22 22 (Pareri sul mercato dei media concentrazioni). Amplia la portata dei requisiti in materia di trasparenza della proprietà dei fornitori di servizi di media, trasparenza della pubblicità statale. Rispetto a quest’ultima la possibilità di esenzioni nazionali per le piccole entità è significativamente ridotta – l’originaria proposta della Commissione proponeva un’esenzione dalle norme relative alla sua assegnazione per i governi subnazionali con meno di 1 milione di abitanti, nel testo del Concilio tale soglia è stata abbassata a 100.000: ma forse l’aspetto più critico è che continua a mancare un riferimento esplicito alle piattaforme online a tale riguardo.
Inoltre il Consiglio fornisce norme più chiare sulla relazione tra fornitori di piattaforme online di grandi dimensioni (VLOP nell’acronimo inglese) e fornitori di servizi di media che aderiscono a regimi normativi o di autoregolamentazione del controllo editoriale e standard giornalistici negli Stati membri: l’obiettivo è garantire che i contenuti dei fornitori di servizi di media siano protetti da politiche arbitrarie di moderazione dei contenuti dei VLOP. La disposizione è stata migliorata, per concedere ai fornitori di servizi di media il tempo di contestare una decisione di rimuovere o limitare i contenuti prima che entri in vigore. Il Consiglio afferma che le modifiche apportate sono state intraprese “per trovare il giusto equilibrio tra gli interessi dei fornitori di servizi di media e VLOP, riducendo al minimo i rischi di disinformazione o manipolazione delle informazioni in linea con le disposizioni del regolamento DSA”. Il Consiglio ha soppresso le definizioni di “editore” e “reati gravi”, mentre ha aggiunto quelle di “piattaforma online” e “autorità o ente pubblico”. Per l’art.19 “Diritto di personalizzazione dell’offerta […] multimediale”, importante per la prominence sulle interfacce online, resta quanto concordato in precedenza, esteso a qualsiasi tipo di offerta mediatica e non solo radiotelevisiva. E’ questo l’articolo rilevante per il tema della prominence, su cui CRTV è stata particolarmente attiva, a livello nazionale e UE, per gli aspetti on screen e dei telecomandi con tasti numerici (da ultimo si veda LINK), e per l’inclusione della radio (dasboard della autoradio e smart device in genere). Sull’art. 21, sulle concentrazioni del mercato nazionale dei media valutate dagli Stati membri, il Consiglio ha introdotto il requisito di disporre di un “diritto nazionale” in luogo del termine più generico di “ordinamento giuridico nazionale”.
Al Parlamento europeo, la commissione IMCO (mercato interno e la protezione dei consumatori ) voterà il 29 giugno; il voto LIBE (libertà civili, giustizia e affari interni) è stato rinviato a luglio, mentre i deputati ombra della commissione CULT (cultura e l’istruzione) hanno avviato la discussione sugli emendamenti di compromesso. Il voto è comunque previsto per il 7 settembre.
La Commissione propone un aumento di 65,8 miliardi di euro del bilancio per affrontare crisi e inflazione La Commissione europea chiede un aumento di 65,8 miliardi di euro nel bilancio a lungo termine dell’UE per affrontare varie crisi e l’aumento dell’inflazione. Nella proposta i fondi sono stanziati per sostenere l’Ucraina, la migrazione, la politica di vicinato, il pagamento degli interessi sul debito dell’UE, la ricerca e l’innovazione nel settore della difesa, maggiori costi amministrativi e spese impreviste. La proposta deve ora essere approvata dagli Stati membri e dal Parlamento europeo entro il 4 dicembre.
Il tè di Zuckerberg con la Vestager su AI e DMA. Il vicepresidente esecutivo della Commissione europea, Margrethe Vestager, ha incontrato lunedì scorso a Bruxelles il CEO di Meta, Mark Zuckerberg, per discutere la bozza del codice di condotta europeo sull’intelligenza artificiale e la concorrenza nel mercato digitale. Il capo lobbista di Meta ed ex vice primo ministro del Regno Unito Nick Clegg si è unito a Zuckerberg come parte della delegazione di Meta.Si ricorda che la Vestager sostiene un codice di condotta volontario globale per controllare gli strumenti di intelligenza artificiale generativa prima che entrino in vigore leggi come l’AI Act. Uno sforzo parallelo, chiamato “Patto AI” e incentrato sulle applicazioni AI “ad alto rischio”, si sta sviluppando sotto il commissario per il mercato interno Thierry Breton.