Sono questi, semplificando, i temi toccati dal Ministro Adolfo Urso, Mimit, nel suo intervento odierno alla presentazione della Relazione annuale Auditel a Montecitorio. L’intervento si è aperto con un tributo ad una “giornata particolare“, di convergenza della Camera su un provvedimento importante per il nostro settore – l’approvazione quasi all’unanimità della proposta di legge contro la pirateria digitale alla Camera, avvenuta ieri – un modello auspicabilmente da replicare, ha commentato il Ministro; per poi toccare altri temi importanti, fra cui il rapporto con le piattaforme, le nuove tecnologie e la prominence.
L’intervento ha preso spunto dal quadro di contesto tracciato da Andrea Imperiali, Presidente Auditel : “dal rapporto emerge una fotografia attendibile da interpretare in prospettiva” ha detto Urso, che ha attribuito valore al modello di governance e operativo della JIC “dove sono coinvolti tutti gli attori del sistema e confrontano i rispettivi interessi il bilanciamento consegna affidabilità all’industria per la destinazione delle risorse e parametri neutri al legislatore”.
Trasparenza dei sistemi di raccomandazione: legge organica sulle nuove tecnologie. I device smart sono distributori di contenuti di grandi impatto nella vita delle nuove generazioni, “hanno cambiato universo con cui i nostri figli si confrontano fin dalla più tenera età, hanno ampliato le loro conoscenze, ma anche aumentato notevolmente le loro (e nostre) vulnerabilità” ha detto Urso “Il mondo del’audiovisivo è magmatico e c’è bisogno di assicurare sia certezza (metriche univoche ed omogenee tanto per i consumi digitali, quanto televisivi), sia una massiccia iniezione di trasparenza nel mercato digitale, che ancora oggi presenta profili di opacità. La trasparenza è importante nelle società occidentali, soprattutto nei servizi digitali, per coniugare libertà e responsabilità” ha proseguito “Penso innanzitutto agli algoritmi e ai sistemi di indicizzazione e raccomandazione, che rappresentano oggi dei veri e propri intermediari tra l’utente e il contenuto di cui l’utente fruisce, senza che tuttavia ci sia sufficiente chiarezza su come tali sistemi agiscono”, che ha continuato con un annuncio: “tra i diversi provvedimenti di legge che presenteremo nei prossimi mesi ce ne sarà uno che riguarderà proprio l’impresa futura: IA, metaverso e piattaforme che vi operano, perché siamo consapevoli che è necessaria una regolamentazione delle possibilità tecnologiche e scientifiche che si sono aperte. Occorre vigilare affinché all’utente venga garantita un’effettiva libertà di scelta e questo può avvenire solamente rendendo trasparenti le logiche sottostanti i sistemi di raccomandazione. Soprattutto, occorre rendere edotti i cittadini su queste logiche che utilizzano i loro dati e comportamenti, per tutelarsi e scegliere in piena libertà. Questo vale per tutti ma soprattutto per i minori, i più vulnerabili”.
Alfabetizzazione digitale. In legge di bilancio è stato istituito un fondo per il sostegno e la promozione di progetti educativi di alfabetizzazione mediatica e digitale da parte dei fronitori di servizi media e di piattaforme di condivisione video, ha ricordato il Ministro, aggiungendo: ” ho proposto ai dipartimenti politiche della famiglia, trasformazione digitale e politiche giovanili una serie di attività”. Fra queste sono state citati studi e ricerche per monitorare le modalità di consumo dei minori, i sistemi di raccomandazione, progetti di alfabetizzione media e digitale, educazione. “La trasformazione digitale non può avvenire infatti a un basso tasso alfabetizzazione digitale, né esporre al rischio di fake news o news parziali, che incidono anche sulla sicurezza del Paese (es. pandemia, problema di propaganda con regie politiche esterne)”.
Prominence del servizi radiotelevisivi: tutela di brand editoriali storici e dell’avvio commerciale. Altro tema di “cruciale importanza” toccato dal Ministro è quello della prominence, perché “ha la potenzialità di destabilizzare l’industria televisiva nazionale. Quest’ultima, dopo aver costruito per anni modelli di business e produttivi sullo stretto legame che esisteva tra il numero del telecomando e le abitudini degli utenti, si trova ora ad affrontare la sfida delle tv connesse”. La prolematica, ha indicato il Ministro, è stata proposta in maniera “giustamente pressante” durante i tavoli (radio e tv, ndr) che il Mimit ha istituito con il settore per accompagnare la trasformazione digitale e asoltare le esigenze degli operatori coinvolti. Il Ministro ha anche fatto riferimento alla consultazione pubblica indetta dall’Agcom sul tema, commentando: “come Mimit monitoriamo questo processo con l’obiettivo, da un lato di assicurare il pluralismo culturale, la libertà di espressione, e un’informazione completa veritiera e neutrale che una democrazia matura deve custodire con grande cura; dall’altro di sostenere industria audiovisiva italiana che ha bisogno che venga tutelata la storicità del marchio e il proprio avviamento commerciale. Il Mimit è consapevole che dietro ogni indicizzazione e reperimento di contenuti audiovisivi o sonori ci siano i legittimi interessi dei produttori di apparecchi di ricezione dei segnali tv e radio” ha proseguito ” Tali interessi legittimi devono tuttavia essere contemperati con quelli dell’industria italiana, soprattutto alla luce di quanto confermato oggi nella relazione Auditel, ossia che i servizi di streaming stanno continuando la lor marcia per egemonizzare il mercato”.
Pubblicità digitale e rischi nella eccessiva concentrazione della raccolta. “Pochi oligopolisti sono in grado di condizionare e indirizzare i comportamenti degli utenti”: anche questo è un dato che risulta incontrovertibilmente dal quadro di scenario trattato nella Relazione Auditel. “L’avanzamento digitale non sarà tale se non ci prenderemo cura della crescita di tutti i cittadini sempre più parte attiva del processo soprattutto del processo di trasferimento dei dati. Non tanto, e non solo, i dati personali in sè, quanto la loro aggregazione che consente alle aziende tech di categorizzare i nostri comportamenti ricostruendo – o costruendo ex novo, se necessario – tramite l’IA, mappe, relazioni, contatti, densità e frequenza degli stessi, luoghi e orari dei comportamenti. Un rischio da sventare a tutela delle libertà di ciascuno, specie considerando l’utilizzabilità degli stessi da parte di regimi autoritari e le potenzialità degli avanzamenti tecnologici per il controllo sociale”.
L’intervento si è concluso con un augurio di buon lavoro all’industria audiovisiva italiana “in grado di narrare l’Italia nel mondo”.