“Garantire che tutte le società, grandi e piccole, paghino la giusta quota di tasse resta una priorità assoluta per la Commissione. La sentenza del Tribunale solleva importanti questioni giuridiche che sono rilevanti per la Commissione nella sua applicazione delle norme sugli aiuti di Stato ai casi di pianificazione fiscale. La Commissione ritiene inoltre rispettosamente, che nella sua sentenza il Tribunale abbia commesso una serie di errori di diritto. Per questo motivo, la Commissione sottopone la questione alla Corte di giustizia europea”. Con queste parole Margrethe Vestager, VP Esecutivo della Commissione europea per una Europa adatta all’era digitale e alla competizione, nel giorno di scadenza dei termini, segnala che la Commissione ricorre in appello alla Corte di Giustizia Europea sul caso Apple Irlanda. L’appello è contro la sentenza con la quale lo stesso tribunale, lo scorso luglio ha annullato la decisione della Commissione dell’agosto 2016 secondo la quale l’Irlanda aveva concesso aiuti di Stato illegali ad Apple tramite agevolazioni fiscali selettive. In ballo, come noto, oltre 13 miliardi di euro di tasse non pagate da Apple che avrebbero dovuto essere restituiti e ripartiti fra gli Stati Membri UE la cui base imponibile era stata erosa dagli aiuti definiti illegali. Si ricorda anche che l’Irlanda aveva difeso la propria politica di ruling fiscale, appoggiando di fatto Apple nella vicenda giudiziaria: entro il 2017 l’Irlanda avrebbe dovuto recuperare tali somme, ma essendo in ritardo (e rischiando una procedura dalla Commissione), Apple aveva versato la somma in un fondo di garanzia dedicato. “Il Tribunale ha ripetutamente confermato il principio secondo cui, sebbene gli Stati membri abbiano la competenza per determinare la loro legislazione in materia fiscale, devono farlo nel rispetto del diritto dell’UE, comprese le norme sugli aiuti di Stato. Se gli Stati membri concedono a determinate società multinazionali vantaggi fiscali non disponibili ai loro concorrenti, ciò danneggia la concorrenza leale nell’Unione europea, in violazione delle norme sugli aiuti di Stato”.
La vertenza risale al 2016, gli sviluppi alla scorsa legislatura, quando la Vestager era Commissario per la concorrenza. Si dà atto degli sforzi compiuti dalla Commissaria, da cui la riconferma in un ruolo cruciale nella nuova Commissione, nell’utilizzare i mezzi a disposizione della UE per colmare le lacune derivanti dalla mancanza di norme sovranazionali applicabili all’ambiente online. “Dobbiamo continuare i nostri sforzi per applicare la legislazione giusta per affrontare le lacune e garantire la trasparenza”. Si apprezza anche il riferimento al principio di equità, più volte sostenuto da CRTV in sede di interlocuzione istituzionale su proposte di tassazione fiscale. “C’è ancora molto lavoro da fare, anche per garantire che tutte le aziende, comprese quelle digitali, paghino la giusta quota di tasse dove è giustamente dovuta”, tanto più in un momento, come quello attuale, dove è urgente finanziare la ripresa della UE, ha indicato la Vestager.
La concorrenza come catalizzatore della crescita. Concorrenza, quindi, come chiave di volta per intervenire sulla regolazione dell’ambiente digitale. Su questa falsariga anche altre dichiarazioni della Vestager in una recente occasione pubblica (Forum Ambrosetti). In tale occasione la Vice Presidente della Commissione ha ricordato le priorità strategiche della Commissione declinate poco prima dello scoppio della pandemia (si ricorda che l’insediamento degli organi UE è avvenuto in ritardo per criticità su alcune nomine): sviluppo di un’agenda green e digitale, priorità, ha aggiunto, confermate e rese più urgenti dalla crisi sanitaria. In tema di regolazione della politica di concorrenza per l’era digitale, ha ribadito che “i principi alla base del diritto dell’UE non cambiano solo perché le attività si stanno spostando nella sfera digitale. Vogliamo un mercato unico competitivo e forte, una tassazione equa e protezione per i consumatori europei, indipendentemente dal fatto che si tratti di negozi fisici o piattaforme virtuali. Riguardo al lavoro intrapreso per delineare il nuovo quadro normativo o “legge sui servizi digitali” (Digital Single Act – DSA), la Vestager ha ricordato che la Commissione propone due serie di regole: principi fondamentali (diritti, obblighi e loro applicazioni) quando i servizi digitali operano in UE, e garanzia di condizioni di parità. “Abbiamo già visto come i grandi player digitali possono impegnarsi in pratiche dannose. Possono utilizzare la loro posizione di forza in un mercato per ottenere un vantaggio sleale in altri, ad esempio l’utilizzo da parte di Google del suo motore di ricerca per favorire il proprio servizio di acquisto” ha dichiarato la Vestager, che ha aggiunto che l’orientamento UE è a favore di una “regolazione ex ante”, che delinei “un elenco di cose da fare e da non fare che si applicherebbero a un piccolo gruppo di grandi gatekeeper” ,e di un rafforzamento della politica di concorrenza. “Storicamente, abbiamo concentrato le nostre indagini sul comportamento delle singole società: è così che è scritto il diritto dell’UE. Ma nel mondo digitale ci sono situazioni in cui il mercato stesso ha caratteristiche che possono danneggiare la concorrenza”. Si ricorda che CRTV è intervenuta nelle recenti consultazioni europee sia sulla regolazione ex ante che sul “nuovo strumento di concorrenza”. “Il nostro obiettivo è quello di realizzare una ripresa rapida e sostenibile, ma per arrivarci abbiamo bisogno di tutta la forza della concorrenza alle nostre spalle. I mercati competitivi guidano l’economia verso una crescita più elevata e producono innovazione”. La Commissione richiede nuovi poteri legali per indagare sui mercati per introdurre rimedi appropriati e proporzionati e garantire che i mercati rimangano contendibili.
5G: accelerare le aste, armonizzare l’assegnazione dello spettro a livello UE. La Vestager è intervenuta anche in tema di adozione del 5G, “importante per fornire le infrastrutture agli sviluppi digitali”: ha indicato che il lancio in tutta Europa sta procedendo bene, anche se la pandemia ha rallentato le aste dello spettro e lo spiegamento di nuove stazioni base. La Vestager ritiene che sia necessario accelerare il passo e che sia utile un approccio più armonizzato all’assegnazione dello spettro.