Il 13 febbraio scorso si è celebrata la giornata mondiale della radio. Proclamato nel 2011 dagli Stati membri dell’ UNESCO e adottato dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite nel 2012 come Giornata internazionale, il 13 febbraio è diventato il World Radio Day (WRD). Il tema declinato quest’anno dall’Unesco è stato quello della diversità: la radio è un potente mezzo per celebrare l’umanità in tutta la sua diversità e costituisce una piattaforma per il discorso democratico.
Fra le varie iniziative richiamiamo dal comunicato di AER (l’Associazione delle radio europee, della quale CRTV è membro) qualche dato e osservazione. Nell’ambiente digitale di oggi, la radio raggiunge più persone di qualsiasi altra piattaforma multimediale: è il mezzo di comunicazione di massa che raggiunge il pubblico più vasto nel mondo, che si tratti di trasmissione, via cavo, via satellite o online, in ogni famiglia del mondo ci sono 4 o 5 ricevitori. In media l’85% della popolazione dell’UE ascolta la radio ogni settimana, per oltre 2 ore e 22 minuti al giorno. In un momento in cui il pubblico ha più opzioni e distrazioni che mai, queste cifre sono impressionanti. La radio impiega presentatori e giornalisti, fornisce notizie attendibili e accurate a tutti i paesi, in città e aree remote, a pubblici diversi, di tutte le età a tutte le categorie sociali. I sondaggi Eurobarometro della Commissione UE hanno costantemente confermato che la radio è il più affidabile dei media. La radio è ovunque, mobile, semplice da usare, interattiva, economica e gratuita.
La popolarità della radio è un riflesso della sua capacità unica di connettere le persone con tutti i tipi di contenuti diversi – dalla musica e intrattenimento, alle notizie. Un patrimonio da celebrare, preservare, promuovere.