Nel primo di quattro workshop organizzati dalla Commissione Europea sul DMA, il prossimo 5 dicembre, sarà dedicato al “self preferencing”: i media “tradizionali” terze parti. Il 5 dicembre si terrà il workshop sul regolamento sui mercati Digitali (Digital Markets Act, DMA) della Commissione europea sulla questione chiave del self-preferencing, (auto-preferenza), ossia il trattamento più favorevole dei propri servizi. È il primo di una serie di workshop organizzati dall’esecutivo europeo per confrontarsi con stakeholder e terze parti sull’applicazione del regolamento che è appena entrato in vigore. Pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea (qui il link al testo del regolamento in italiano) il 12 ottobre e entrato in vigore dal 1 novembre, il regolamento sui mercati digitali, in particolare, richiede una serie di passaggi “procedurali” per essere a regime (sarà pienamente applicabile nel primo trimestre 2024, come già indicato in un precedente articolo). Scopo dei workshop è avere discussioni pubbliche su argomenti chiave dell’applicazione del regolamento. Con i seminari la Commissione invita tutte le parti interessate a fornire propri contributi e opinioni sui vari temi relativi all’attuazione, appunto, nel pieno rispetto della lettera e dello spirito della legge. Fra le parti incluse nel dibattito, che nelle intenzioni informerà le scelte applicative della Commissione, accanto agli stakeholder (i primi destinatari delle norme entrate in vigore, i gatekeeper digitali) saranno inclusi i punti di vista delle terze parti, ossia dei potenziali beneficiari del DMA, terze parti che sono chiamate a proporre input per garantire soluzioni di compliance praticabili, trasparenti ed efficaci: un invito, almeno a livello di voce, per le aziende, e in particolare per i media, impattate significativamente dalla posizione dominante delle grandi piattaforme sui mercati digitali.
Il primo workshop (le iscrizioni sono ancora aperte) sarà dedicato al “self-preferencing”, articolo 6, comma 5, (si veda sotto) del DMA e le discussioni si concentreranno sulla ricognizione delle pratiche esistenti, sull’identificazione di pratiche equivalenti, e sulle misure concrete per garantire e monitorarne il rispetto.
A livello di struttura del workshop, i problemi verranno brevemente introdotti da membri selezionati prima di aprire una discussione “all-inclusive” tra tutti i partecipanti presenti, fisicamente o online. Il primo “panel” di partecipanti sarà verosimilmente composto da gatekeeper – secondo indiscrezioni la Commissione ha affermato che due di loro sono i più coinvolti, si ipotizza saranno Google e Microsoft – oltre a potenziali beneficiari (aziende), rappresentanti dei consumatori e ricercatori accademici. Per facilitare la discussione ibrida verrà utilizzata una piattaforma apposita (sli.do) per raccogliere e selezionare le domande del pubblico, che peraltro consentirà alla Commissione di tenere conto anche di questioni sollevate, che per limiti di tempi non potranno essere affrontate nel corso del seminario. La discussione durante il workshop, recita la nota della Commissione, sarà basata sullo scambio di informazioni non riservate o commercialmente sensibili, poiché il workshop è aperto anche al pubblico.
Il seminario è il primo dei quattro che la Commissione ha in programma, almeno per il momento. I workshop, saranno ibridi con 60 persone in sala e fino a 400 online. La partecipazione fisica è prioritaria per i rappresentanti dei potenziali gatekeeper, gli utenti aziendali dei servizi principali della piattaforma dei gatekeeper (ad esempio, motori di ricerca online e mercati online) e i rappresentanti della società civile come le associazioni di protezione dei consumatori e sarà limitata a un rappresentante per entità/organizzazione. Altri partecipanti, giornalisti, consulenti, avvocati esterni e accademici o studenti, sono invitati a partecipare al workshop online, con la possibilità di porre domande, recita la nota.
Articolo 6
Obblighi dei gatekeeper che potranno essere oggetto di ulteriori specifiche a norma dell’articolo 8
[…]
- Il gatekeeper non garantisce un trattamento più favorevole, in termini di posizionamento e relativi indicizzazione e crawling, ai servizi e prodotti offerti dal gatekeeper stesso rispetto a servizi o prodotti analoghi di terzi. Il gatekeeper applica condizioni trasparenti, eque e non discriminatorie a tale posizionamento.
Qui il link alla nota della Commissione sul workshop e alla registrazione online aperta fino ad esaurimento dei posti.