Prominence e passaggio al DVB-T2 sono i temi toccati da CRTV al convegno HD Forum Innovation Day 2022 “Verso un ecosistema audiovisivo 5.0”, sviluppati nell’intervento del Presidente Franco Siddi “Stato dell’arte DTT e prospettive, da qui al 2030 ed oltre” e nella tavola rotonda degli operatori che è seguita, dove ha partecipato Bianca Papini, coordinatore della commissione tecnica CRTV. Il dibattito ha toccato anche il tema della banda sub 700 per la quale potrebbe essere proposta una revisione dell’attuale allocazione esclusiva al broadcasting (per questo tema v. articolo dedicato).
Prominence: cosa è, stato dell’arte della normativa. Negli ultimi anni si è assistito a un profondo cambiamento delle modalità di offerta e di consumo di contenuti audiovisivi da parte degli utenti sui terminali mobili (smart phone e tablet) e sugli apparecchi TV collegabili alla rete Internet (smart tv): a fine giugno 2022, in Italia sul totale di circa 24 milioni di famiglie, oltre il 55% di queste aveva uno smart TV e il 44%, pari a oltre 10 milioni, risultava effettivamente possederne almeno uno connesso ad Internet (Ricerca di base Auditel IPSOS per Auditel). Questo processo di ibridazione delle piattaforme tradizionali con l’IP ha modificato anche il modo con cui l’utente cerca e trova i contenuti: le nuove TV connesse garantiscono spesso una preminenza e predominanza ai servizi OTT dei grandi operatori global, che hanno tasti rapidi sempre attivi sui telecomandi e che consentono di entrare nell’ambiente corrispondente con un solo click. Per contro, l’accesso ai canali tradizionali sta diventando sempre meno agevole, in molti casi i tasti numerici sono disabilitati in ambiente IP (e su alcuni telecomandi sono addirittura spariti), richiedendo diversi passaggi per l’accesso. Chi cerca i canali tv non li trova facilmente, nonostante ad oggi la televisione rimanga la forma di consumo mediatico più rilevante, con il 90% del tempo di visione.
Si tratta di un tema importante e urgente, come già rilevato da CRTV in diverse occasioni presso i referenti istituzionali. Con la nuova direttiva sui servizi di media audiovisivi, il legislatore europeo ha preso atto della rilevanza della reperibilità dei contenuti dei servizi di interesse generale, specie in un contesto caratterizzato da una vastità e una frammentazione dell’offerta in cui non sempre è agevole identificare i contenuti rilevanti per la formazione dell’opinione pubblica. E pertanto, da un lato ha voluto garantire che tali contenuti siano immediatamente accessibili all’attenzione – limitata – degli utenti; dall’altro, ha inteso garantire che i fornitori di tali contenuti siano in grado di rifinanziarne la produzione. Nel recepimento della direttiva, il nuovo Testo Unico è intervenuto delegando all’AGCOM la definizione dei criteri di qualificazione dei servizi di interesse generale e “le modalità e i criteri cui i produttori di apparecchi idonei alla ricezione di segnali radiotelevisivi o radiofonici, i prestatori di servizi di indicizzazione, aggregazione o reperimento di contenuti audiovisivi o sonori o i prestatori che determinano le modalità di presentazione dei servizi sulle interfacce degli utenti, dovranno attenersi” per assicurare adeguata prominence ai servizi di interesse generale, questi ultimi “forniti mediante qualsiasi strumento di ricezione o accesso a tali servizi impiegato dagli utenti, qualunque sia la piattaforma utilizzata per la prestazione dei medesimi servizi.” (articolo 29 comma 1 del TUSMA). Inoltre, il legislatore nazionale chiede che tutti gli apparecchi televisivi, compresi quelli abilitati alla connessione Internet, abbiano installato – e agevolmente accessibile – il sistema di numerazione automatica LCN (Logical Channel Number) dei canali della televisione digitale terrestre.
A giugno 2022, con delibera n. 149/22/CONS, l’AGCOM ha avviato il procedimento concernente la prominence dei servizi di media audiovisivi e radiofonici di interesse generale e del sistema di numerazione automatica dei canali della televisione digitale terrestre, con l’obiettivo di chiuderlo entro i primi mesi del 2023. Come CRTV ha rappresentato nell’audizione presso l’Autorità, è prioritario e urgente, a tutela delle imprese televisive italiane – pubbliche e private, nazionali e locali:
- garantire la presenza dei tasti numerici sul telecomando e la loro abilitazione, a prescindere dall’ambiente da cui vengono selezionati;
- garantire uno spazio congruo e preminente nelle home page e nelle eventuali sovraimpressioni degli apparecchi TV dedicato ai servizi audiovisivi e radiofonici di interesse generale offerti con modalità tradizionali (servizi lineari) o attraverso nuove modalità su rete IP (servizi non lineari e applicazioni).
Passaggio al DVBT-2, il nodo dei ricevitori. La transizione ha visto il rilascio della banda 700 MHz al 30 giugno scorso, che ha comportato per gli operatori di rete TV la perdita di oltre il 50% delle risorse frequenziali, da compensare grazie al passaggio a sistemi di codifica e standard trasmissivi avanzati, per assicurare la continuità dei servizi trasmessi e, in prospettiva, l’evoluzione dell’offerta a standard qualitativi più elevati. Come noto, però, la resistenza al cambiamento delle famiglie nella sostituzione degli apparecchi di ricezione tv obsoleti ha richiesto di graduare le transizioni tecnologiche, rimandando la data di abbandono dell’MPEG-2 al 20 dicembre 2022 e l’attivazione del DVB-T2 a partire dal 1° gennaio 2023, con modalità ancora da definire. Il passaggio al DVB-T2 appare pertanto condizionato dalla diffusione di apparecchi DVB-T2, ancora scarsa: con quasi il 30% delle famiglie con tutti i ricevitori DVB-T, è necessario che la transizione alla seconda generazione dello standard trasmissivo DVB-T2 venga graduata per tutelare l’utenza coinvolta e per non danneggiare le imprese radiotelevisive. Sono infatti più di 17 milioni gli apparecchi DVB-T da sostituire nelle abitazioni di residenza (Ricerca di base IPSOS per Auditel MM3-5).