Ripresa e resilienza: la radio riparte del DAB. Investimenti nell’estensione della rete DAB+ sul territorio nazionale e nel progetto DAB nelle gallerie, incentivi alla diffusione dei ricevitori DAB: le proposte per la radiofonia inserite all’interno del documento sul Recovery Plan presentato da CRTV ai referenti istituzionali ruotano intorno al digitale, e in particolare alla tecnologia DAB+ (Digital Audio Broadcasting), standard universale di trasmissione verso cui sta migrando tutta l’offerta radiofonica in Europa e oltre, in un’ottica di integrazione con altre piattaforme digitali. Sono 85 milioni di euro in totale gli investimenti richiesti per l’innovazione del settore di cui 35 milioni in 3 anni per interventi volti a favorire lo sviluppo della rete DAB+, 50 milioni di euro in 5 anni per il progetto di digitalizzazione DAB+ nelle gallerie, almeno in quelle di media e lunga estensione operanti in autostrada e nelle maggiori direttrici di traffico: investimenti per i quali l’industria contribuirebbe per il 50% e che, nell’ottica virtuosa del progetto di erogazione del Recovery Fund europeo (finanziamento non assistenziale, coordinamento risorse pubbliche e private per un incremento più che proporzionale degli investimenti) genereranno oltre il doppio del valore investito.
La radio è il mezzo che più ha sofferto per le restrizioni per la pandemia, con un impatto sulle risorse pubblicitarie del 27% secondo gli ultimi dati Nielsen (ottobre 2020) e il DAB+ è lo standard che permetterà al settore di riprendere trasferendo i plus del broadcast radiofonico – completa gratuità di una ricca offerta editoriale a minore occupazione di banda e consumi energetici – con minori costi per le emittenti, ma soprattutto altissima qualità del segnale, nuovi servizi e totale integrazione di modalità audio, video e dati e connessione in Rete. Di particolare interesse è il progetto “DAB nelle gallerie”, per la sicurezza degli automobilisti, innovativo e competitivo per accessibilità, costi di copertura, flessibilità. Per quanto riguarda gli incentivi alla diffusione di ricevitori DAB+ su tutti i terminali riceventi, obbligatori dal recepimento (anticipato in Italia) del Codice Europeo delle Comunicazioni Elettroniche, sono necessari per far accedere il pubblico alla nuova fruizione e facilitare il passaggio da FM e DAB, su cui gli operatori hanno già investito ingenti risorse (rete, copertura, servizi). Nel documento si richiede infine applicazione, anche alla radiofonia, di misure (sotto forma di credito d’imposta, contributi in conto capitale, voucher) che promuovano l’innovazione e la digitalizzazione delle imprese e gli occupati del settore in R&S, IA, beni strumentali, formazione, innovazione di processo e tecnologie digitali.
La transizione al DAB+ non è un progetto solo italiano: la Norvegia ha già spento il segnale FM a favore del DAB+ da 4 anni (gennaio 2017), con vantaggi misurabili in termini di offerta, servizi, ascolti; la Svizzera ha programmato lo spegnimento nel 2022-2023; nel Regno Unito il pubblico ha adottato in massa abitudini di ascolto DAB, in virtù della qualità del segnale e della diffusione capillare di nuovi ricevitori, inducendo ad accelerare il processo di transizione. Il DAB+ ha dimostrato di essere molto più efficiente dell’FM e altamente performante in ambiente digitale, in un’ottica multipiattaforma integrata. Il “progetto DAB nelle gallerie” per la sicurezza degli automobilisti, è di interesse pubblico, la radio è il mezzo di comunicazione che tradizionalmente accompagna chi viaggia, principale canale di diffusione di informazioni e aggiornamenti sul traffico: l’ascolto giornaliero in auto costituisce oltre il 65% delle occasioni di fruizione di un mezzo che nel giorno medio è seguito da 34 milioni di italiani.