Nel PNRR italiano presentato il 30 aprile scorso alla UE non c’è un capitolo dedicato al settore radiotelevisivo, come del resto per molti altri settori. Ma sono diversi gli aspetti trattati nel documento inviato da CRTV a suo tempo all’esecutivo, nella fase di messa a punto, riconducibili all’attuale PNRR. L’associazione infatti ha delineato dei percorsi virtuosi di innovazione in un’ottica di inclusione, innovazione, formazione, infrastrutturazione leggera a beneficio del settore radiotelevisivo rappresentato, ma anche della filiera audiovisiva che intorno ad esso ruota e di tutto il sistema Paese. .“È importante inquadrare la Televisione, chiamata a fare un grosso sforzo di cambiamento, nell’ottica della digitalizzazione, nella transizione digitale deve essere ricompresa anche la tv, sia perché deve affrontare la discontinuità tecnologica (della transizione accelerata imposta dal refarming della banda 700 per il 5G, ndr) sia perché l’industria del settore ha bisogno di essere pronta e attrezzata per operare in campi nuovi come il cloud o l’intelligenza artificiale” ha dichiarato di recente Franco Siddi in uno speciale del Sole 24 Ore/ Radiocor. Televisione ma anche Radio, media che sono asse sono portante del sistema economico, democratico, culturale.
Il PNRR declina le azioni in missioni e quelle particolarmente rilevanti per il nostro settore sono ovviamente quella di digitalizzazione e cultura e quella relativa alla coesione e inclusione, anche se altri aspetti dell’innovazione del settore sono riconducibili alla formazione e ricerca e alla transizione verde. Nuova occupazione e occupazione giovanile, innovazione tecnologica delle imprese radiotelevisive, produzione di contenuti audiovisivi originali, radiofonia, cybersicurezza, intelligenza artificiale e big data: sono questi alcuni degli ambiti individuati nella proposta di CRTV “investimenti sostenibili, non assistenziali, concreti e orientati al risultato, adeguati e rispettosi dell’esigenza di sviluppo di sistema” aveva detto il Presidente nell’audizione a suo tempo “risorse destinate a sviluppare innovazione digitale e infrastrutturazione del Paese”. Un esempio al riguardo è la radio DAB nelle gallerie, servizio di infrastrutturazione leggera per la sicurezza del Paese.
Per l’occupazione giovanile il settore si riconosce nella necessità di investire sulle competenze digitali, con un approccio interdisciplinare al lavoro che deve investire tutti, attori, produttori, giornalisti e talent, broadcaster, e per es. promuovere l’intelligenza artificiale e l’uso dei big data nell’alveo della responsabilità editoriale. In questi campi le grandi imprese nazionali, Radio e Tv, ma anche le emittenti locali con un’offerta di prossimità, hanno garantito continuità di un servizio di informazione, intrattenimento e coesione sociale al pubblico durante la pandemia, pur avendo risentito fortemente dell’impatto economico sulla pubblicità e necessitano di sostegno per promuovere l’innovazione digitale. Quest’ultima è stata declinata in sostengo a nuove tecnologie di ripresa, immagazzinamento e trasferimento; trasmissione e distribuzione dei contenuti (TV4.0); tecnologie e sistemi di “digital transformation”, IA e Big Data, e connettività e trasporto dei contenuti audiovisivi su reti IP. Sul passaggio al DVBT-2, transizione tecnologica che ottimizzerà l’uso dello spettro elettromagnetico con valenza green e spazio frequenziale per nuove tecnologie c’è la necessità di un sostegno per garantire una transizione serena e a prova di futuro per il pubblico (ad es. favorendo anche l’adozione di terminali HBBTV) e all’industria, affinché possa continuare ad agire da volano per la filiera audiovisiva. A questo riguardo, anche nella recente intervista al Sole 24 Ore il Presidente si è soffermato sulla voce più ingente del progetto, 800 milioni di euro di investimenti in totale, da indirizzare a contenuti e format originali e innovativi per reti lineari, nuove piattaforme di distribuzione, (es. IP/OTT), audio digitale (podcast), investimento di sistema che prevede anche uno stanziamento per la promozione all’estero.
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