Il perché dell’aggregatore delle radio, e il punto su Radioplayer Italia. Radioplayer Worldwide ha recentemente festeggiato il suo decimo anniversario. L’aggregatore radio è interamente supportato dalle emittenti per sviluppare progetti per il bene comune del mezzo (organizzazione senza fini di lucro). L’idea è nata dalla BBC – risale al 2010, (gestazione), il lancio è del 2011 – ed è stata rapidamente accettata e adottata da tutte le emittenti commerciali nel Regno Unito per poi sviuppare partnership consolidate in ben 14 diversi mercati in Europa ed extra (Austria, Belgio Canada, Danimarca, Francia, Germania, Irlanda, Italia, Norvegia, Spagna, Svezia, Svizzera, paesi Bassi, Regno Unito).
Alle origini Radioplayer, si indica in un articolo (video e podcast) dedicato ai 10 anni, serviva a rendere le persone consapevoli dell’importanza dei metadati che determinavano come una stazione veniva presentata sulla piattaforma. Oggi questo è solo uno degli elementi che Radioplayer offre all’industria automobilistica e oltre: in questo momento è infatti particolarmente importante garantire che la radio mantenga la sua posizione dominante nelle auto, ma anche che sia facilmente accessibile nei dispositivi connessi di tutti tipi. I nuovi modelli di auto presentano livelli di connettività sempre crescenti, in gran parte integrati nel cruscotto e nelle auto a guida autonoma questo include anche il video: per la radio, questo rappresenta una minaccia molto più grande delle cassette o dei CD. Nella lotta per la preminenza sul cruscotto, l’industria radiofonica ha bisogno di una forte rappresentanza presso le case automobilistiche in modo da non scivolare in basso nell’elenco delle priorità. Radioplayer ha partnership con BMW, Daimler Mercedes Benz e Volkswagen.
Radioplayer Italia dopo una lunga gestazione (capofila del progetto la Rai, la Srl, Player Editori Radio-PER è del 2019) ha lanciato agli utenti nell’aprile 2020, purtroppo nel pieno del primo lockdown. La app, che permette di accedere a oltre 140 radio italiane nazionali e locali già presenti sull’aggregatore, ha ampi margini per crescere nell’adozione del pubblico italiano poiché rende il mondo radiofonico locale, contenuti live e on demand accessibili attraverso device connessi diversi quali smartphone, tablet, smart speakers, smart TV, wearable device (es. smartwatch), automobili connesse.
Perché un aggregatore nazionale delle radio. Il mondo radiofonico è già popolato di aggregatori, di cui alcuni proprietari, altri generati all’interno di piattaforme connesse straniere o di multinazionali dove le radio italiane, siano esse nazionali o locali vengono disintermediate a tutti i livelli: tali aggregatori spesso non hanno rapporti diretti con le emittenti radio né hanno connessioni con l’industria della radiofonia; aggiungono contenuti pubblicitari, oltre i contenuti delle emittenti, senza permesso; non permettono alle emittenti di modificare i propri metadati anche se errati (marchio della stazione, URL di streaming), per non parlare della mancanza di dati regionali che porta a fornire liste di servizi locali errati. Radioplayer, organizzazione no profit finanziata dalle emittenti radiofoniche, rappresenta il servizio pubblico, le radio commerciali pubbliche e private, nazionali e locali, attraverso un’unica piattaforma, riceve i flussi audio e i metadati ufficiali direttamente dalle emittenti di cui offre anche un catalogo dei podcast; e aiuta l’utente ad identificare il contenuto più coerente nell’area di utilizzo, grazie alla capacità di fornire servizi locali (sulla base della copertura analogica). Con Radioplayer le protagoniste sono le radio ufficiali italiane. Radioplayer valorizza le emittenti locali grazie al sistema di geolocalizzazione dell’ascoltatore e le emittenti in Radioplayer hanno la gestione diretta di tutti i metadati, dei loghi, e il controllo assoluto di tutto ciò che viene trasmesso. Ma soprattutto la gestione del contenuto sugli aggregatori “altri” non è regolamentato – al riguardo si ricorda che l’AER (Associazione Europea radio) alla quale CRTV è associata, sta ponendo il tema in ambito UE in sede di discussione del DMA – mentre i contenuti e i diritti di trasmissione delle emittenti presenti su Radioplayer sono regolati dalle normative vigenti per la radiofonia. Oltre ai citati disservizi – mancanza di rapporto fra aggregatori ed emittenti e possibile free riding pubblicitario – l’offerta dei contenuti potrebbe subire ridimensionamenti per azioni legali (es. nel Regno Unito ad esempio: Warner e Sony vs TuneIn).