“Nonostante la rapida ascesa dell’ambiente online video, la televisione rimane il medium centrale nel sistema audiovisivo italiano”. È questo l’incipit del rapporto ”La produzione audiovisiva nazionale: valori economici, tendenze e sfide di un settore in rapido sviluppo 2020” curato da e-Media di Emilio Pucci per APA – Associazione dei Produttori Audiovisivi, che prosegue “Tuttavia, già da vari anni crescono quasi esclusivamente i ricavi delle offerte Internet OTT. Si tratta di una tendenza accentuata nel corso del 2019 e ancor di più nel corso del 2020 anche a seguito della pandemia Covid-19”.
La centralità della televisione risalta per la committenza, altamente prioritario infatti è il peso della TV in tutti i generi analizzati (film, fiction, animazione, documentari) in termine di budget investiti, a fronte di un – impatto degli OTT che rimane limitato – sia a ricognizione attuale che in prospettiva, nonostante gli alti tassi di crescita prefigurati. L’impatto della “nuova committenza” OTT sembra anzi aver generato una ulteriore frammentazione nella produzione indipendente. Il rapporto sottolinea infine il ruolo attuale e potenziale che i contenuti originali “possono avere per il sistema dei media, broadcast e broadband e per l’intero Paese”, oltre alle potenzialità in termini di export. Riguardo al broadband si sottolinea il ruolo che i contenuti audiovisivi nazionali possono giocare anche in termini di leva per l’aumento della domanda di connessione. Sono dati e considerazioni che devono far riflettere nel momento in cui si approntano misure di sostegno e di espansione per l’economia del Paese soprattutto dopo l’emergenza Covid-19.
Valore della produzione audiovisiva. Secondo le stime e-Media la produzione AV nazionale ha raggiunto nel corso del 2018 il valore di circa €1,2 miliardi registrando un incremento significativo, pari a circa il 14%, rispetto al 2017. L’incremento è dovuto essenzialmente alla crescita dei budget dei segmenti film cinematografico (+€120 milioni) e fiction (+€33 milioni). La ripartizione percentuale dei volumi di investimenti complessivi per macro-area di genere mostra il primato della fiction (TV + OTT) che nel 2018 vale il 37% del mercato.
Produzione audiovisiva nazionale per macro-area di genere (incluse le coproduzioni)
anni 2017 – 2018 e prima stima 2019
(milioni di euro)
Fonte: elaborazioni e-Media per APA su dati Mibact per il cinema e dichiarazioni degli operatori
(*) Film sala: I valori relativi al costo della produzione del film cinematografico sono estratti dai documenti «Tutti i numeri del Cinema italiano» anni 2017 e 2018 pubblicati da MIBACT – Direzione Generale Cinema e Audiovisivo. I dati relativi al 2019, in assenza della nuova edizione dello stesso documento sono solo frutto di una stima del tutto indicativa e saranno oggetto di revisione. I valori includono anche una quota di film afferenti al genere animazione.
I dati risultano in linea a quanto risulta a CRTV, che elabora dati basati sulle dichiarazioni degli associati in base agli obblighi di legge (quote di produzione e programmazione forniti annualmente all’AGCOM), dati che escludono, oltre ai programmi di flusso dei generi news e sport, e l’autoproduzione spesso in regime di appalto esterno.
Segue il film in sala che dopo un anno (2017) di investimenti contenuti si porta al 31%. Gli altri generi televisivi (programmi di intrattenimento, talk show, documentari, programmi culturali e di approfondimento etc.) e in parte OTT si collocano complessivamente attorno a un valore compreso fra €300 e €340 milioni: in questo segmento il genere di maggior peso è quello dei programmi di intrattenimento. L’insieme degli altri generi TV (essenzialmente intrattenimento, documentari, talk show, programmi di approfondimenti) e OTT pesano (nella stima più contenuta dei 300 milioni di euro) il 25% del totale mercato.
Nel 2018 il genere animazione vale circa il 6% del totale budget di produzione nazionale.
L’aumento continua nel 2019, secondo le stime e-Media, con una dinamica analoga per generi, ossia con l’aumento più consistente nel segmento film e fiction. I valori riferiti all’anno 2019 sono tuttavia indicativi e frutto di una prima stima in assenza di dati definitivi (bilanci delle imprese, dati Mibact riferiti al cinema e al valore complessivo del tax credit) ed essenzialmente basati su dichiarazioni degli operatori (produttori e operatori TV).
I committenti della produzione audiovisiva. Il rapporto scende a dettagliare il contributo dei diversi committenti al primo macro-genere, la fiction televisiva, dove risulta che gli operatori televisivi rimangono i principali contributori della fiction nazionale con un investimento pari a €255milioni nel 2018 e cioè circa il 58% del totale budget di produzione. Non possiamo non evidenziare inoltre che il contributo da parte della televisione al budget dei film, è stimabile al 56% (stime CRTV sui dati MIBACT 2018).
Stima del valore della produzione di fiction e delle differenti fonti di contribuzione nel 2018
(valori in € milioni e %)
Fonte: elaborazioni e-Media per APA su dati Mibact e dichiarazioni degli operatori
(*) Film sala: I valori relativi al costo della produzione del film cinematografico sono estratti dai documenti «Tutti i numeri del Cinema italiano» anni 2017 e 2018 pubblicati da MIBACT – Direzione Generale Cinema e Audiovisivo. I dati relativi al 2019, in assenza della nuova edizione dello stesso documento sono solo frutto di una stima del tutto indicativa e saranno oggetto di revisione. I valori includono anche una quota di film afferenti al genere animazione.
La contribuzione degli operatori OTT si attesta attorno ai 43 milioni di euro (10% del totale) e, secondo le prime stime, potrebbe raggiungere i 70 milioni nel 2019. Il Tax Credit rappresenta nel 2018 la terza grande fonte di contribuzione della fiction italiana subito dopo gli apporti societari (€75 milioni, 17%), costituiti in parte prevalente da produttori esteri
Gli investimenti degli operatori OTT sul mercato italiano della produzione audiovisiva (indirizzati prevalentemente verso il genere Fiction) potrebbero crescere fra il 2020 e il 2022 a un tasso annuo medio composto del 25% (stima conservativa) o del 40% (stima aggressiva). Il volume complessivo della spesa degli OTT che nel corso del 2018 rappresenta il 4% del totale e si dovrebbe attestare fra €90 e €100 milioni nel 2020 ossia fra il 9 e il 13% del totale. Stiamo parlando pertanto di un ruolo ancora limitato nonostante sia sostenuto da aumenti delle risorse molto più cospicui afferenti agli OTT (risorse pubblicitarie e da abbonamento VOD) di quelli degli operatori tradizionali.
Ruolo strategico dell’audiovisivo nel rilancio economico e digitale del Paese e dell’Europa. Il rapporto descrive una situazione al 2019. Dopo, come noto, c’è stato il Covid con i suoi impatti sui broadcaster (contrazione delle risorse pubblicitarie nonostante gli aumenti di audience), i rallentamenti delle produzioni di fiction, lo stop delle produzioni in studio, le chiusure dei cinema. Si ricorda che di recente CRTV con Anica insieme alle maggiori associazioni del settore audiovisivo, fra cui APA, APE e Cartoon Italia hanno indirizzato una lettera ai nostri referenti istituzionali, la richiesta: prendere posizione in Europa per impegnare parte delle risorse del Recovery Fund destinate al digitale a sostegno dell’industria audiovisiva e del broadcasting. Si tratta di industria che per coefficiente di creatività, innovazione permanente, valore di filiera e di indotto economico e occupazionale ben più ampio, e alto potenziale a livello internazionale merita una politica industriale, oltre al valore identitario, culturale, sociale, democratico di rappresentazione dell’Europa. Si tratta di industria infine che può e deve ricoprire un ruolo fondamentale nell’agenda digitale italiana ed europea per lo sviluppo della domanda di connessione.