Il divieto di autopreferenza e come essere “FRAND” al centro del primo incontro tecnico con i soggetti interessati sull’attuazione del regolamento. Lunedì 5 dicembre è stato organizzato dalla Commissione europea un workshop sull’attuazione del DMA, di cui avevamo dato conto precedentemente. È il primo di 4 seminari annunciati dall’esecutivo europeo per condividere, con i diversi portatori di interesse, opinioni e proposte sull’attuazione di alcune disposizioni del Regolamento che è entrato in vigore il 1 novembre scorso ma sarà pienamente operativo (con diversi step, soprattutto per i gatekeeper) a partire dal primo trimestre 2024: entro il 2 luglio 2023 le piattaforme dovrebbero notificare le loro soglie (qualifica come gatekeeper) alla Commissione, che entro la fine dell’estate pubblicherà la decisione di designazione. Entro marzo 2024 tutti i gatekeeper dovranno adeguarsi agli obblighi attivi del DMA.
Il seminario si è concentrato sull’articolo 6.5 relativo al cosiddetto divieto di auto-preferenza (self-preferencing) – i gatekeeper non devono trattare i propri prodotti e servizi in modo più favorevole nelle classifiche (risultati di ricerca) rispetto a servizi simili offerti dai concorrenti. La classifica è fondamentale, poiché nella maggior parte dei casi si tratta di un’unica risposta (prima schermata di ricerca), sulla quale devono essere soddisfatte le condizioni “FRAND” (dall’inglese “Fair, Reasonable, And Non-Discriminatory). L’articolo 6.5 è anche cruciale per gli obiettivi più ampi del DMA, ovvero mercati digitali aperti e contendibili per consumatori e aziende. La sessione si è concentrata sui motori di ricerca per lo shopping comparativo (basati sul caso Google Shopping), sull’industria dei viaggi e sui consumatori (BEUC).
Google, interlocutore principale di una serie di stakeholder settoriali europei non si è esposto su come rispetterà gli obblighi, e ha fatto riferimento a un work in progress avviato, che si svilupperà soprattutto il prossimo anno. Il primo motore di ricerca globale ha dichiarato che fornirà alla Commissione europea gli strumenti per monitorare come attua la parità di trattamento e che sarà in grado di dimostrare che la propria classifica dei risultati è “cieca” riguardo alle auto-preferenze. Il rappresentante di Google, Oliver Bethell, direttore per la concorrenza in Europa, ha ribadito che sono al lavoro sull’attuazione delle norme, attuazione che avverrà in un dialogo costruttivo con la Commissione nel corso del 2023; che sarà un processo che si svolgerà gradualmente, con apertura a suggerimenti degli stakeholder. Ciò premesso, ha condiviso la prima bozza di piano su come rispettare il divieto di auto-preferenza del Digital Markets Act, con esempi su come potrebbe cambiare la pagina dei risultati per mostrare servizi di ricerca specializzati rivali a parità di condizioni. Si tratta di ipotesi sostanzialmente basate su diverse opzioni di “verticals comparativi”, ossia i servizi di ricerca verticale potrebbero apparire in “risultati rich web individuali” con il loro formato dedicato. Fra i risultati bisognerà distinguere quelli pubblicitari e a pagamento, che ugualmente dovranno essere FRAND. Bethell ha sottolineato che, indipendentemente dal formato in cui appariranno i risultati, il principio alla base è che tutti dovranno essere “classificati allo stesso modo in base alla pertinenza“.
Fra i vari argomenti, emersi nelle domande dei presenti in sala a Bruxelles (numero chiuso) o online (aperto a tutti, previa registrazione), citati anche gli assistenti vocali digitali (VAS), e le tv connesse, per entrambi i quali si pone un tema di accessibilità dei contenuti di terzi (rispetto al motore getekeeper) e di disintermediazione sui dati generati. Riguardo alla richiesta di maggiore trasparenza degli algoritmi, anch’essa emersa, Google oltre a ribadire il tema della confidenzialità degli stessi, ha accennato alla loro oggettiva inutilizzabilità, per variabilità nel tempo e alto numero di algoritmi contemporaneamente operanti e interconnessi.
La giornata è stata aperta dal direttore della DG COMP Alberto Bacchiega (prossimamente capo della nuova direzione DMA) e chiusa da Rita Wezenbeek della DG CONNECT, che avrà anche un ruolo nell’applicazione del DMA. A proposito di referenti della Commissione, è di questi giorni l’annuncio di un altro nome per il team che si occuperà dell’applicazione del DMA (e il DSA) presso la Commissione europea: Lucia Bonova, membro del gabinetto del Commissario Vestager. La Bonova lavorerà con Alberto Bacchiega nella nuova unità che opererà all’interno divisione concorrenza della Commissione.
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