L’ascolto della Radio ai tempi del Covid-Fase 2, la seconda ricerca di GFK Italia per TER presentata in videoconferenza registra il ritorno alla normalità nelle intenzioni, le abitudini, la durata e l’assiduità dell’ascolto del pubblico radiofonico, spinto dalla ripresa della mobilità, dove l’auto privata è preferita ad altri mezzi di trasporto, e di conseguenza l’ascolto via autoradio riprende la sua centralità. Riprendono gli ascolti ma resta l’incognita degli investimenti pubblicitari. La Fase 2 dà il via a un importante recupero della mobilità degli italiani, che si riflette immediatamente in un incremento della fruizione del mezzo radio: gli ascolti crescono progressivamente di settimana in settimana, fino a raggiungere, nell’ultimo periodo, un +20% rispetto alla fase di lockdown, con frequenze di ascolto che tendono a riavvicinarsi ai livelli pre-Covid.
Sempre a livello di ascolti la pandemia lascia alcune tracce positive: un aumento dell’ascolto casalingo, un aumento dell’ascolto della radio fra giovanissimi (14-17, +27%) e “elite” (+27%); una maggiore sovrapposizione di piattaforme (smartphone, televisione, IP) e interazione social. Fra le sorprese anche la conoscenza/buona predisposizione del pubblico verso Radioplayer, aggregatore delle radio italiane, nonostante sia stato lanciato da poco (28 aprile scorso) e in piena fase di lockdown.
Intanto, e questa è un’altra notizia positiva, il 16 giugno riparte l’indagine TER con le rilevazioni del Terzo trimestre. TER era stata costretta a interrompere le rilevazioni del secondo trimestre 2020 (periodo 31 marzo-15 giugno 2020) a seguito dell’impossibilità, comunicata dagli Istituti incaricati della realizzazione dell’Indagine Principale, a svolgere l’indagine durante la Fase 1 della emergenza sanitaria Covid-19 secondo le modalità contrattualmente previste.
I dati del primo trimestre 2020 sono stati rilasciati in data 29 aprile in forma riservata agli editori, con riferimento alle rispettive emittenti: sono 34.061.000 ascoltatori nel giorno medio e 43.593.000 ascoltatori nei sette giorni, con una leggera flessione pari al solo -2% rispetto agli ascolti dell’anno 2019.
Marco Rossignoli, presidente del Cda di Ter, in apertura dell’evento, ha evidenziato che il periodo di lockdown ha insegnato e sta insegnando modalità di fruizione della radio in occasioni prima inedite per buona parte dell’audience, con la riscoperta di strumenti tradizionali o con l’accesso alle nuove piattaforme digitali. Il ritorno alla “nuova normalità” potrebbe lasciare in eredità queste nuove abitudini e scoperte.
Ritorno alla normalità quindi, lato ascolti, i segnali sembrano esserci. Meno chiaro se il ritorno alla normalità riguarderà gli investimenti pubblicitari, la radio resta il mezzo più penalizzato dal lockdown, con campagne, eventi, fiere e concerti cancellati. E la ripresa lenta del business potrebbe prolungare la contrazione degli investimenti pubblicitari. Anche su questo il report lancia un messaggio positivo: la buona predisposizione del pubblico verso la pubblicità “In questo momento, le aziende e le marche dovrebbero continuare a parlare alle persone attraverso la pubblicità?” è una delle domande del sondaggio: il 79% risponde positivamente, “Si come prima” (40%), si in modo diverso (39%)… dati che fanno sperare e riflettere sulla “nuova normalità”.
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