I passaggi sono complessi, le scadenze serrate: i broadcaster e CRTV sono in prima linea per gestire la transizione nel migliore modo dal punto di vista logistico e tecnico e limitare al minimo i disagi per il pubblico ma anche per tutta la filiera coinvolta (produttori, distributori, antennisti), gli organismi sul territorio, le istituzioni. A quest’ultimo riguardo si ricorda tra l’altro la partecipazione dell’Associazione al tavolo istituito dal MISE sulla TV 4.0 dove detiene unitamente all’Agcom, la vice presidenza, per rappresentare le istanze di sistema del settore radiotelevisivo.
Sostituzione dei ricevitori: conformità e bonus TV. Per legge dal 1 gennaio 2017 sono in commercio ricevitori compatibili con i nuovi standard di codifica e trasmissione (DVB-T2 HEVC Main 10): quindi andando a sostituire il proprio ricevitore oggi un utente comprerà un apparecchio (TV o decoder) “a prova di futuro”. Come noto dal 18 novembre scorso sono accessibili i bonus sotto forma di sconto fino a 50 euro da utilizzare per l’acquisto di un nuovo apparecchio, una cifra che copre completamente il prezzo di un decoder di nuova generazione.
Sul sito del MISE è consultabile la lista dei ricevitori idonei a ricevere i contributi (previa registrazione e autocertificazione da parte dei produttori della rispondenza ad una serie di requisiti prestabiliti), e pertanto conformi a ricevere tutti i segnali in onda a partire dal 30 giugno 2022. Il bonus è destinato solo alle famiglie a basso reddito (ISEE inferiore ai 20.000 euro) e all’uopo sono già stati stanziati in finanziaria fondi per 151 milioni di euro per gli anni 2019-2022 così suddivisi: 25 milioni di euro per l’esercizio finanziario 2019, 76 milioni di euro per l’esercizio finanziario 2020 e 25 milioni di euro per ciascuno degli esercizi finanziari 2021 e 2022. CRTV non ha mancato di sottolineare che tali fondi costituiscono una parziale compensazione dei costi a carico degli utenti e sono sufficienti a coprire solo le famiglie più disagiate nel passaggio da MPEG-2 a MPEG-4, ma insufficienti per il passaggio da DVB-T a DVB-T2.
Il governo ha accolto tale sollecitazione e per voce del Sottosegretaria di Stato per lo sviluppo economico Mirella Liuzzi, ha dichiarato che “è nostro obiettivo incrementare gli attuali 151 milioni di euro richiedendo un nuovo finanziamento della misura per allargare la platea dei cittadini ammessi ad usufruire del contributo”.
Criticità. Forte della propria rappresentanza di tutte le componenti del mercato radiotelevisivo CRTV è pronta a contribuire a gestire le maggiori criticità di tale migrazione, fra cui:
- la necessità per i broadcaster e per tutta la filiera coinvolta di effettuare due passaggi tecnologici (la dismissione dell’MPEG-2 il 1° settembre 2021 e il passaggio al DVB-T2 dal 21 al 30 giugno 2022) propedeutici ad ottimizzare l’uso delle frequenze;
- la valutazione dell’impatto sulle famiglie che devono sostituire gli apparecchi TV e i decoder. Lo strumento è il rapporto della Fondazione Ugo Bordoni basato sulla Ricerca di Base Ipsos per Auditel: secondo i dati pubblicati a novembre 2019, al 1° settembre 2021 non dovrebbero esserci più famiglie con tutti i ricevitori MPEG-2. A quella data, però, ci saranno ancora 5,9 milioni di famiglie (30% del totale) con tutti i ricevitori DVB-T, non pronte al passaggio al DVB-T2.
- la comunicazione al grande pubblico: in occasione dell’attivazione del bonus è iniziata sulle emittenti TV la trasmissione dello spot istituzionale “Hey tu!” e l’autopromozione con lo spot del Camaleonte.
- la necessità di introdurre incentivi per l’adeguamento degli impianti di ricezione, altro tassello fondamentale per il successo della transizione;
- attenzione alle interferenze del broadcasting con la nuova tecnologia 5G.
Le proposte di CRTV per agevolare la transizione degli utenti. Per garantire il passaggio tecnologico di tutta la popolazione e per evitare che il costo di questo passaggio tecnologico finisca per ricadere prevalentemente sulle famiglie CRTV ritiene che siano necessari interventi addizionali estesi a una platea più ampia: tali misure potrebbero essere inquadrate nell’ambito di meccanismi di sgravi fiscali e di incentivi alla rottamazione dei vecchi televisori, misura utile anche a fini ambientali con lo smaltimento degli apparecchi obsoleti.
Opportunità. In definitiva con il nuovo anno si avvia sul territorio la transizione verso la TV 4.0 con vincoli temporali stringenti. L’utilizzo di tecnologie evolute non può essere, però, solo un espediente per garantire una maggiore capacità trasmissiva, deve essere uno strumento per lo sviluppo competitivo della TV verso una piattaforma evoluta, broadcasting e on demand, con dimensioni, risoluzioni e user experience di altissimo livello in interazione con servizi di TV enhanced (arricchita). La TV 4.0 costituirà anche uno dei volani principali per incentivare il take up dei servizi ultrabroadband da parte dell’utenza residenziale. Per CRTV sarebbe paradossale che il passaggio al 5G non riuscisse ad essere un’occasione di evoluzione e di trasformazione verso la TV 4.0 e diventasse un elemento per il depauperamento del settore audiovisivo nazionale – intendendo con esso il settore televisivo e la filiera che intorno ad esso ruota. La tecnologia broadcast inoltre nella sua versione più evoluta – Dvb-t2 – è la più efficiente, la più ecologica e la meno costosa per la diffusione di contenuti a un numero molto elevato di persone contemporaneamente e in tempo reale. I sistemi broadcast sono i più rispettosi della privacy degli utenti e dei vincoli sulle emissioni elettromagnetiche.